Per chi come me ha quasi 40 anni, Stefano Borgonovo rappresenta un calcio che non c’è più, un movimento che si reggeva sulla passione di dirigenti e tifosi, su sogni e suggestione. Basta guardare questo video per capire che era tutto un altro mondo.
Bogonovo fu quasi adottato da San Benedetto, un po per la sua giovane età , un po per quella faccia da bravo ragazzo, e lui seppe ripagare tutto l’ambiente con prestazioni memorabili. Per noi che eravamo solo bambini divenne un idolo… improvvisamente anche la Samb aveva il suo Platinì, o il Falcao della situazione, solo per citare dei campioni anni ’80.
Così non c’era affatto da stupirsi se il lunedì mattina in una qualsiasi scuola della Riviera da una classe festante per la vittoria del giorno prima, partisse spontaneo il coro Borgono – Borgonovo – Borgonovo sulle note di “Comanchero”.
Sembrano passati anni luce, ma il suo nome fa riaffiorare momenti indimenticabili: mio padre che stravedeva per lui, i gradoni in cemento del Ballarin (come erano alti) e le domeniche davanti alla tv locale per le interviste.
Proprio come sul campo quando con un tuo numero riuscivi ad essere decisivo e ribaltare il risultato, ci hai spiazzato ancora una volta trovando le forze (nonostante tutto) per promuovere una campagnia di sensibilizzazione contro la maledetta SLAÂ che colpisce in maniera infame tante persone.
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